mercoledì 21 agosto 2013

Mamma, non voglio andare a scuola! 


Settembre è alle porte e non è strano per un genitore sentirsi dire "non voglio andare a scuola". 

Per un bambino questo significa avere aree di incertezza determinate da una non completa comprensione delle situazioni esterne, siano esse in ambito scolastico piuttosto che provenienti dal discorso degli adulti o da altre aree oggettive/soggettive della vita delle quali il bambino non ha afferrato appieno il significato, il senso, il concetto. 

Viviamo in un mondo dove il mezzo di comunicazione principale è il linguaggio e il linguaggio è il veicolo per miliardi di simboli grafici e fonetici che, uniti in parole, costituiscono l'elemento fondante dell'espressione verbale e scritta. E' importante dunque che le singole parole e ciascun simbolo in esse contenuto siano pienamente compresi se si vuole una visione davvero chiara e completa, scevra da ambiguità, del discorso e delle cirostanze che esso crea o rappresenta.

Permettere al bambino di capire le situazioni, capire il linguaggio, utilizzare espressioni a lui chiare e comprensibili sin dai primi anni di vita, evitare ambiguità e mal comprensioni, farlo vivere in un ambiente il più "chiaro" e sereneo possibile durante tutto l'arco della crescita è un modo funzionale per evitare ansie e prevenire, com'è intuibile, non solo il "mal di scuola". Dare questa possibilità anche all'adulto, poi, permetterebbe di avere una società più tranquilla, meno frenetica, più razionale e intelligente.

La Tecnologia di Studio e pedagogia dell'educatore L. Ron Hubbard rappresentano un'opportunità concreta per risolvere il cosiddetto "mal di scuola"; se applicata con criterio, risolve gli innumerevoli problemi collegati ai disagi creati dalla scuola odierna e non solo.

La pillola purtroppo è diventata una soluzione facile e immediata per togliersi di mezzo questi problemi, senza considerazione sulle generazioni future, azzerandone anche la sostenibilità nel lungo termine.

AA.VV.

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